Autoconsumo a distanza: la rivoluzione del fotovoltaico italiano

Una rivoluzione silenziosa ma decisiva è alle porte per il fotovoltaico italiano. L’autoconsumo a distanza, finalmente in via di piena definizione normativa, promette di riscrivere le regole della produzione e del consumo di energia nel nostro Paese.
La sua piena operatività entro la metà del 2026 segnerà un punto di svolta: imprese e cittadini potranno beneficiare dell’energia solare anche se prodotta lontano dal punto di utilizzo, superando i limiti fisici dei tetti e aprendo nuove opportunità per la transizione ecologica nazionale.

Il cuore della rivoluzione: scorporo in bolletta e zone di mercato

Il nuovo decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2024/1711, che modifica le direttive 2018/2001 e 2019/944, introduce un principio chiave: sarà possibile autoconsumare energia prodotta in impianti fotovoltaici situati in un’altra cabina primaria, purché produttore e consumatore si trovino nella stessa zona di mercato elettrica.
Questo “modello extra-loco” di condivisione dell’energia è il cuore del cambiamento.

Il vantaggio economico per le imprese è immediato: l’energia autoconsumata a distanza verrà scorporata dalla bolletta, riducendo la componente energia e lasciando solo oneri di sistema, accise, tasse e ammortamento dell’impianto.
Il risultato? Riduzione drastica dei costi operativi e maggiore competitività per il tessuto produttivo italiano.

Autoconsumo a distanza: un’opportunità su misura: PMI senza limiti, grandi imprese fino a 6 MW

Per le PMI non ci sarà alcun limite di potenza negli impianti dedicati all’autoconsumo a distanza.
Questo apre le porte a nuovi modelli per piccole e medie imprese con spazi ridotti, che potranno utilizzare terreni o capannoni remoti per alimentare le proprie sedi operative.

Le grandi imprese potranno invece installare impianti fino a 6 MW di potenza, beneficiando comunque di una notevole riduzione dei costi energetici e di una maggiore stabilità dei bilanci.
Si tratta di una testimonianza tangibile di come le rinnovabili aiutano a ridurre i costi energetici, offrendo protezione dalle fluttuazioni dei prezzi dell’energia e garantendo una maggiore prevedibilità finanziaria.

Esempi concreti: energia pulita anche per le città d’arte

Il potenziale applicativo è enorme grazie alla suddivisione dell’Italia in sette zone di mercato elettrico: Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Un esempio emblematico è quello delle strutture alberghiere nei centri storici: edifici con alta domanda energetica ma scarsa disponibilità di tetti per i pannelli solari.
Molti albergatori dispongono di capannoni o terreni in periferia, dove potranno installare impianti fotovoltaici e scalare l’energia prodotta direttamente dalla bolletta dell’hotel, purché nella stessa zona di mercato.
Un vantaggio enorme che sblocca investimenti prima considerati impossibili.

Autoconsumo a distanza: perché è cruciale per il futuro energetico italiano

L’autoconsumo a distanza non è solo un’opportunità, ma un tassello strategico per il futuro energetico e industriale dell’Italia.
Ecco i principali vantaggi:

  • Accelerazione della transizione energetica: libera il fotovoltaico dai vincoli fisici, facilitando nuovi impianti e contribuendo agli obiettivi europei di decarbonizzazione.
  • Competitività delle imprese: riduce strutturalmente i costi energetici e protegge dalle fluttuazioni dei mercati globali.
  • Sicurezza energetica: aumenta la resilienza del sistema elettrico e riduce la dipendenza dalle fonti fossili.
  • Valorizzazione di risorse inutilizzate: trasforma aree marginali e capannoni dismessi in centri di produzione pulita.
  • Innovazione e nuovi modelli di business: stimola la crescita di ESCo, sviluppatori e fornitori di tecnologia.
  • Stabilizzazione della rete: favorisce un uso più efficiente dell’energia e riduce le perdite di trasmissione.

Oltre l’autoconsumo a distanza: le altre leve per il fotovoltaico

Altre fondamentali misure chiave:

  • Conto Termico 3.0: incentiverà la sostituzione di impianti poco efficienti con pompe di calore e fotovoltaico integrato.
  • Direttiva EPBD (“Case Green”): obbliga i nuovi edifici pubblici a essere a emissioni zero dal 2028 e prevede l’installazione di impianti fotovoltaici negli edifici non residenziali in caso di ristrutturazioni.

A sostegno, si propone la creazione di un fondo di garanzia nazionale e rotativo, per favorire i finanziamenti bancari dedicati agli investimenti in energia rinnovabile.

Un settore in rallentamento, ma pronto a ripartire

Nonostante il quadro positivo, il settore fotovoltaico mostra segnali di rallentamento:
nei primi nove mesi del 2025 le nuove connessioni sono calate del 17%, con il segmento residenziale in flessione del 27%. La potenza installata ha comunque raggiunto 41.154 MW (+11% rispetto al 2024), ma con un ritmo più lento.

Le nuove misure come l’autoconsumo a distanza e il prossimo decreto Fer X per gli impianti utility scale sono attese come la spinta decisiva per rilanciare la crescita.

Il ponte verso un futuro energetico sostenibile

L’autoconsumo a distanza è molto più di un aggiornamento normativo, è il ponte tra produzione rinnovabile e consumo reale, una leva per ridurre i costi, aumentare la competitività e accelerare la transizione energetica italiana.
La sua piena operatività nel 2026 sarà un momento cruciale per imprese, investitori e per l’intero sistema energetico nazionale.

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