Transizione 5.0: incentivi esauriti, risorse terminate, cosa fare ora?

Transizione 5.0 2025: incentivi esauriti, fondi terminati, cosa fare ora? Analisi, scenari e strategie per le imprese

Il piano Transizione 5.0 è arrivato al capolinea molto prima del previsto. La chiusura ufficiale dello sportello avvenuta il 7 novembre 2025, insieme alla comunicazione dell’esaurimento delle risorse, ha creato un vero e proprio shock nel sistema produttivo italiano.
Migliaia di imprese che stavano pianificando investimenti in digitalizzazione e sostenibilità si ritrovano ora in un limbo operativo e finanziario.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha stabilito che lo sportello rimarrà comunque aperto per il caricamento delle richieste fino al 31 dicembre 2025, ma solo come “prenotazione”, senza alcuna garanzia di accesso ai fondi.

In questo articolo analizziamo:

  • cosa è successo realmente
  • quali sono le conseguenze per le imprese
  • quali alternative valutare
  • le reazioni di imprese, consulenti e politica
  • gli scenari 2026 con superammortamento e iperammortamento
  • l’effetto domino su Transizione 4.0

Situazione attuale: chiusura dello sportello e fondi esauriti

Il piano Transizione 5.0 disponeva inizialmente di 6,3 miliardi di euro, ma la rimodulazione europea ha drasticamente ridotto la quota realmente destinata alla misura.

In pratica:

  • 2,5 miliardi sono stati assegnati effettivamente a Transizione 5.0
  • il resto è stato dirottato verso altri interventi
  • le risorse sono state assorbite in tempi rapidissimi

Il risultato è stato una chiusura anticipata e inattesa, formalizzata da un Decreto Direttoriale del MIMIT.

Cosa prevede l’Art. 1 del Decreto Direttoriale

  1. Le imprese che da ora inviano le comunicazioni riceveranno una “ricevuta di indisponibilità delle risorse”.
  2. Le comunicazioni si considerano comunque trasmesse.
  3. Se si renderanno disponibili nuove risorse, il GSE procederà allo scorrimento seguendo l’ordine cronologico.

È ancora possibile presentare domanda? Sì, ma senza garanzia

Le imprese possono ancora inviare prenotazioni fino al 31 dicembre 2025, come confermato dal GSE:

“Le comunicazioni trasmesse entro il 31 dicembre rimarranno comunque efficaci e saranno gestite in base all’ordine cronologico di invio in caso di reperimento delle risorse.”

Tradotto:
✔ puoi presentare domanda
✘ non hai alcuna certezza di accedere ai fondi

La procedura tecnica rimane invariata: caricamento sul portale, verifica documentale, ricevuta.

Tempistiche: quando arriveranno risposte e rifinanziamenti?

Al momento non esistono tempistiche certe.
La risposta definitiva arriverà solo in caso di:

  • rifinanziamento del piano
  • liberazione di risorse da domande non confermate
  • eventuale riprogrammazione dei fondi nazionali

Il Ministro Urso ha dichiarato: “Speriamo di poter finanziare ulteriori progetti con altre risorse che stiamo cercando di recuperare.”

Consigli strategici per le imprese

1. Presentare comunque la domanda 5.0

Opzione da valutare subito.
Vantaggi:

  • si entra in lista d’attesa
  • si mantiene la possibilità di rientrare in eventuali rifinanziamenti

Svantaggi:

  • totale incertezza sull’esito
  • tempi indefiniti

2. Passare al credito d’imposta 4.0 (finché dura)

Il 4.0 rappresentava una sorta di “piano B”, ma anche questo incentivo è stato travolto dall’effetto domino della chiusura del 5.0.

  • aliquote molto inferiori: dal 45%/35% al 20%
  • al 7/11 rimanevano solo 200 milioni di euro disponibili
  • l’11 novembre i fondi sono ufficialmente esauriti

3. Posticipare l’investimento al 2026 e utilizzare l’iperammortamento

La Legge di Bilancio 2026 reintroduce:

  • superammortamento
  • iperammortamento

ma con criticità:

  • tempi di rientro più lunghi
  • necessità di utili capienti
  • possibili ritardi nei decreti attuativi

Quale opzione scegliere? Dipende da…

  • utili previsti e capienza fiscale
  • presenza di fotovoltaico e rinnovabili nel progetto
  • stato degli ordini
  • aliquota transizione 5.0
  • tempistiche disponibili

Serve un’analisi personalizzata caso per caso.

Se hai già una prenotazione confermata

Continua a monitorare costantemente:

  • comunicazioni GSE
  • aggiornamenti MIMIT
  • eventuali richieste integrative

Occhio alla cumulabilità delle agevolazioni

Quando si valuta un cambio di strategia, vanno considerati:

  • limiti temporali
  • incompatibilità
  • requisiti tecnici
  • condizioni di avvio lavori

Errori in questa fase possono invalidare completamente il diritto all’agevolazione.

Transizione 5.0 ha davvero fallito? I numeri dicono il contrario

Molti non addetti ai lavori credono che il 5.0 sia stato un flop. In realtà:

  • la tardiva pubblicazione delle norme attuative (agosto 2024) ha rallentato l’avvio
  • dopo i chiarimenti, l’assorbimento è esploso
  • sono stati assorbiti oltre 12 milioni al giorno
  • le stime degli esperti parlavano di 3,2–3,4 miliardi di utilizzo finale

La vera criticità? Una gestione ministeriale inefficiente, complessa e lenta.

Reazioni delle imprese: “Incoerenza, inaffidabilità, danno di fiducia”

La decisione del MIMIT ha scatenato una reazione durissima:

  • Confindustria: “rischio di perdita di fiducia nelle istituzioni”
  • Assolombarda: “deludente segnale di incoerenza”
  • Confindustria Brescia: “fatto grave e inaccettabile”
  • CNA: “necessario garantire l’accesso alle imprese già operative”

Molti ricordano che pochi giorni prima il portale GSE mostrava ancora 3,7 miliardi residui, alimentando il sospetto di una gestione opaca e improvvisa.

La furia dei consulenti: “pasticcio colossale, frattura di fiducia”

Le associazioni e gli esperti parlano di:

  • “terrorismo industriale”
  • “sabotaggio”
  • “atto normativo potenzialmente impugnabile”

La critica principale? La norma è cambiata “in corsa”, senza preavviso, danneggiando aziende che avevano già fatto ordini e versato acconti.

La politica si divide: accuse di caos vs. rivendicazione del “successo”

Opposizione (PD):

  • “gestione caotica delle politiche industriali”
  • “norma scritta male e attuata peggio”
  • “fallimento operativo”

Maggioranza (FdI):

  • “successo straordinario dello strumento”
  • “tiraggio superiore alle aspettative”
  • “nuovo piano 2026 più semplice e libero dai vincoli UE”

Che cosa succede ora? Il limbo operativo

La piattaforma GSE è stata riaperta dopo una chiusura tecnica. Le imprese:

  • possono caricare domande
  • ricevono una ricevuta di indisponibilità
  • finiscono in una coda cronologica

Solo un eventuale rifinanziamento potrà salvare la situazione.

Le quattro possibili vie di uscita

  1. Trovare nuove risorse per coprire la coda
    • soluzione più semplice
    • incognita: quante risorse serviranno?
  2. Dare priorità alle imprese in coda nel nuovo piano 2026
    • rischioso: cambia completamente il modello di incentivo
  3. Anticipare l’avvio del piano 2026 al 22 ottobre 2025
    • data di presentazione della Legge di Bilancio
    • evita problemi di “effetto incentivante”
  4. Applicare l’art. 109 del TUIR: contare come data la consegna e non l’ordine
    • escluderebbe solo gli investimenti completati nel 2025
    • soluzione tecnica ma non indolore

Effetto domino: esaurite anche le risorse di Transizione 4.0

Il 11 novembre 2025 si è verificato il secondo shock: anche i 2,2 miliardi del 4.0 sono ufficialmente terminati. Motivazione? Le imprese, rimaste senza 5.0, hanno assaltato il 4.0 come “piano B”.

Ora: anche qui si entra in coda e il GSE valuterà eventuali rinunce o rifinanziamenti.

Il grande nodo del 2026: iperammortamento e progetti già avviati

La reintroduzione dell’iperammortamento crea problemi:

  • vale solo per investimenti effettuati nel 2026
  • molte aziende hanno già ordini e acconti nel 2025
  • il modello incentiva solo chi ha utili (non tutte le PMI)
  • cash flow e pianificazione rischiano di saltare

Verso il tavolo del 18 novembre: la resa dei conti con il Governo

Confindustria ha accusato il MIMIT di aver assicurato la piena copertura fino al 30 ottobre.
Il clima è molto teso.
Il 18 novembre si terrà un confronto ufficiale per cercare una soluzione a:

  • centinaia di imprese rimaste senza incentivi
  • 742 nuovi progetti caricati solo tra 8 e 11 novembre (231 milioni €)
  • rischio blocco degli investimenti industriali

Conclusioni: cosa devono fare ora le imprese

La situazione è complessa, fluida e senza certezze.
Ecco i passi consigliati:

  1. Presentare la domanda 5.0 entro il 31 dicembre
  2. Valutare tecnicamente il credito 4.0 (ma fondi esauriti)
  3. Analizzare la possibilità di scalare al 2026 per l’iperammortamento
  4. Monitorare costantemente le comunicazioni GSE e MIMIT
  5. Valutare la cumulabilità con altre agevolazioni
  6. Costruire scenari alternativi (A, B, C) per non bloccare gli investimenti

In un contesto così instabile, la differenza la farà la capacità di:

  • leggere i cambiamenti
  • intervenire rapidamente
  • valutare ogni variabile fiscale, tecnica e finanziaria

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