Transizione digitale e green: nuovi incentivi 2026 per le imprese

Il Governo italiano è al lavoro su un nuovo pacchetto di incentivi 2026 dedicati alla transizione digitale e green delle imprese.
L’obiettivo è superare le misure previste dai piani Transizione 4.0 e 5.0, introducendo un sistema più efficace e inclusivo per stimolare gli investimenti in tecnologia, innovazione e sostenibilità ambientale.

La proposta, attualmente allo studio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), potrebbe trovare spazio nella Legge di Bilancio 2026, con una dotazione finanziaria stimata in circa 3,5 miliardi di euro.

Verso il piano Transizione 6.0

Il nuovo provvedimento, che potrebbe essere denominato “Transizione 6.0”, mira a rilanciare la competitività del tessuto produttivo italiano, favorendo l’ammodernamento dei macchinari, la digitalizzazione dei processi e l’efficienza energetica.

Le esperienze passate con i programmi 4.0 e 5.0 hanno evidenziato alcune criticità, in particolare nella complessità delle procedure e nella limitata accessibilità per le piccole e medie imprese.
Il nuovo piano punta quindi a garantire maggior semplicità e ampia partecipazione, offrendo certezze nel medio-lungo termine e rendendo il sistema più flessibile.

Credito d’imposta per la transizione digitale e sostenibile

Secondo le anticipazioni, il principale strumento di agevolazione sarà il credito d’imposta, già sperimentato con successo nei piani precedenti.
Questa formula presenta un vantaggio strategico: è accessibile anche alle imprese che non dichiarano utili, una condizione che riguarda circa il 45% delle aziende italiane.

Il nuovo tax credit 2026 per la transizione digitale e green dovrebbe avere un orizzonte triennale, offrendo così stabilità e prevedibilità negli investimenti.
In questo modo, il Governo intende coinvolgere imprese di tutte le dimensioni, dalle grandi realtà industriali alle PMI, sostenendo la modernizzazione tecnologica e la sostenibilità energetica senza discriminazioni legate alla redditività immediata.

Iper-ammortamento: il possibile ritorno

Accanto al credito d’imposta, si valuta anche il ritorno dell’iper-ammortamento, uno strumento già utilizzato durante il Piano Impresa 4.0.
L’iper-ammortamento consentirebbe una deduzione fiscale più ampia sugli investimenti in beni strumentali, ma dovrà essere rivisto rispetto al passato per evitare alcuni limiti strutturali:

  • assenza di tetti di spesa, che in passato favoriva le grandi imprese a discapito delle PMI;
  • orizzonte temporale eccessivo (sette anni), poco adatto per chi deve sostenere investimenti rapidi.

Un’eventuale riformulazione del meccanismo permetterebbe di accelerare i tempi di ritorno degli investimenti, garantendo allo stesso tempo equità e sostenibilità finanziaria.

Investimenti e competitività: la risposta delle imprese italiane

Nonostante le incertezze geopolitiche e l’attuale scenario economico, le imprese italiane stanno dimostrando una crescente propensione agli investimenti in ambito digitale e green.
La necessità di allinearsi alle direttive europee in materia di sostenibilità e innovazione, insieme al rischio di perdere occasioni di finanziamento, spinge molte aziende a pianificare già oggi nuovi progetti di transizione energetica e tecnologica.

Il nuovo pacchetto di incentivi 2026 rappresenta dunque una leva strategica per accelerare la modernizzazione del sistema produttivo nazionale, rafforzando la competitività e la sostenibilità del Made in Italy sui mercati globali.

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